Tumori seno nuove scoperte microRNA

Tumore al seno nuove scoperte 2021: trovati due interruttori molecolari che lo rallentano.

Lo studio italiano è pubblicato su Journal of Cell Biology ed è stato condotto dal gruppo di Francesco Nicassio all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dal gruppo di Pier Paolo Di Fiore all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e all’Università Statale di Milano.

Gli interruttori di cui si parla sono due piccole molecole di RNA (microRNA), chiamate miR-146a e miR-146b, che hanno il compito di regolare centinaia di geni, compresi quelli necessari a mantenere attive le cellule staminali che alimentano il tumore e la sua conseguente recidiva dopo la terapia. Si è scoperto che disattivando questi interruttori, il tumore rallenta, diventando più debole e attaccabile.

Distruggere i due microRNA ha ridotto la formazione di nuovi tumori

Chiara Tordonato, ricercatrice (prima autrice del lavoro) presso IEO e Università di Milano, ha spiegato che grazie a questo studio si è stati in grado di individuare “due microRNA strettamente correlati, miR-146a e miR-146b, presenti nelle cellule staminali della mammella e anche nelle cellule staminali del cancro al seno. I livelli di questi due microRNA tendono a essere molto elevati nei tumori al seno più aggressivi, i quali presentano un alto numero di cellule staminali tumorali. Abbiamo ipotizzato che i miR-146a/b potessero essere necessari per mantenere il pool di cellule staminali tumorali. È stato sufficiente distruggere questi due microRNA nelle cellule tumorali derivate da pazienti per ridurre la capacità di tali cellule di formare nuovi tumori“.

“I nostri risultati – aggiunge Nicassio, coordinatore del Center for Genomic Science (CGS) dell’IIT – mostrano chiaramente che la riduzione dei livelli di miR-146a/b rappresenta un approccio potenzialmente in grado di superare alcune forme di farmacoresistenza in ambito clinico, smascherando una vulnerabilità nascosta del tumore che può essere sfruttata per lo sviluppo di nuove terapie in grado di colpire le cellule staminali del cancro”.

Se gli studi clinici confermeranno questi risultati, in futuro le chemioterapie potranno essere più mirate e migliorare nettamente la prognosi di cancro nelle pazienti.

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