Perché siamo sempre con il cellulare in mano anche con gli amici?
L’abitudine sempre più diffusa di controllare continuamente il cellulare anche quando si è in compagnia di amici o familiari, è un comportamento che può essere segno di maleducazione e, potenzialmente, di stress e ansia. Inoltre denota che la persona ha continuamente bisogno di stimoli esterni che gli creino appagamento e gratifica.
Secondo uno studio pubblicato su Behaviour & Information Technology, il fenomeno del “phubbing” (unione delle parole “phone (telefono)” e “snobbando”) sta influenzando negativamente i rapporti sociali.
Che cos’è il phubbing?
Il phubbing si riferisce al fatto di ignorare gli altri presenti fisicamente a causa dell’attenzione costante dedicata al proprio smartphone o tablet. Questi dispositivi sono diventati parte essenziale della vita quotidiana, ma hanno anche portato a cambiamenti significativi nei rapporti interpersonali. Spesso, siamo distratti dai nostri dispositivi anche quando siamo con le persone care, come familiari o amici, trascurando l’interazione diretta con loro.
Lo studio ha trovato una correlazione tra l’uso eccessivo dello smartphone e i sintomi di ansia e stress, suggerendo che le persone che sono più stressate tendono a essere più dipendenti dai loro telefoni. Questa dipendenza può essere particolarmente evidente tra coloro che soffrono di ansia sociale o depressione.
La coordinatrice dello studio, Juhyung Sun, afferma: “Le persone con ansia sociale o anche depressione tendono a essere dipendenti dai telefoni cellulari più di chi sta bene o ha una vita equilibrata e serena. Più le persone sono stressate e più sono sensibili alle notifiche. E ormai quasi tutti noi, appena sentiamo un ronzio o un suono, guardiamo consapevolmente o inconsciamente il telefono”.
D’altro canto, c’è un lato positivo: le persone serene e ottimiste sono meno inclini a controllare il cellulare quando sono in compagnia, poiché danno importanza all’interazione sociale e alla costruzione di relazioni armoniose. Questi individui considerano il phubbing non solo scortese, ma anche spiacevole.
Il fenomeno del phubbing sembra essere alimentato dalla progettazione delle tecnologie mobili e delle applicazioni, che mirano a catturare continuamente la nostra attenzione. Senza autocontrollo, si può facilmente sviluppare una dipendenza dai dispositivi, soprattutto a causa dei social media come Facebook, Instagram o Twitter.
L’abitudine di controllare il cellulare in modo eccessivo quando si è con altre persone possa avere implicazioni negative sui rapporti sociali e riflettere un livello di stress e ansia. Allo stesso tempo, sottolinea che le persone più socievoli e ottimiste tendono a evitare il phubbing, poiché danno valore alle interazioni umane e alle relazioni personali.
Studio sugli effetti del phubbing
Un altro studio condotto da un’équipe di psicologi dell’Università del Kent e pubblicato sulla rivista Journal of Applied Social Psychology, ha esaminato gli effetti del phubbing sulla comunicazione e le relazioni tra le persone.
Lo studio coinvolgeva 153 studenti universitari che assistevano a una scena di interazione tra due persone per 3 minuti. A ogni partecipante veniva assegnata una delle tre condizioni sperimentali: nessun phubbing, phubbing leggero o phubbing massiccio. I risultati hanno mostrato che quanto più aumentava il livello di phubbing, tanto peggiore veniva percepita la qualità della relazione e maggiormente insoddisfacente appariva la connessione tra le persone coinvolte.
Gli autori dello studio hanno definito il phubbing come una “forma di esclusione sociale”, in grado di minacciare bisogni umani fondamentali come l’appartenenza, l’autostima, il senso di realizzazione e il controllo.
La speranza degli studiosi è che, consapevoli del disagio causato da questo comportamento, le persone si impegnino maggiormente a essere presenti nelle relazioni in cui si trovano e, se devono rispondere a chiamate o messaggi, dedicare a tali interruzioni il minor tempo possibile.
In sostanza, cercare di evitare il phubbing per preservare una comunicazione e una connessione più autentiche con gli altri.
Acrasia digitale
Uno studio del 2019 condotto da ricercatori della Aarhus University (Danimarca) ha confermato che l’abitudine di guardare sempre il cellulare è ormai accettata socialmente, nonostante si reputi poco educata e sgradevole. Gli autori della ricerca parlano di acrasia digitale, ovvero l’incapacità di agire secondo principi ragionevoli.
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