Cause tumori squilibrio fra proteine

Scoperta la causa dei tumori: squilibrio di due proteine, chiamate Ambra1 e Ciclina D. La scoperta si deve alla ricerca condotta all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata” e altri Centri di ricerca europei e statunitensi e sostenuta da AIRC.

Questo risultato che arriva dopo decenni di richerche, è un tassello chiave per le nuove terapie mirate ed efficaci su alcuni tipi di tumori.

La vera causa dei tumori: deficit della proteina Ambra1

Lo studio pubblicato su Nature, ha portato alla comprensione del processo attraverso cui le cellule, maturano e proliferano.

La Ciclina D è una molecola essenziale per la divisione delle cellule ed essa è regolata dalla proteina Ambra1. Si è osservato che quando Ambra1 è assente o in basse quantità, Ciclina D non viene distrutta come dovrebbe. L’accumulo della proteina Ciclina D innesca un’incontrollata e rapida attività di replicazione delle cellule. Le conseguenze sono danni al DNA che accumulandosi portano alla formazione di diversi tipi di tumori.

Infatti, durante il processo di divisione, i geni responsabili del controllo del ciclo cellulare possono andare incontro a mutazioni che sono poi la causa dei tumori. Gli errori si sviluppano principalmente durante la replicazione del DNA che deve essere trasferito alle cellule figlie: se il meccanismo di controllo non funziona correttamente, gli eventuali errori accumulati in questa fase cruciale diventano causa di mutazioni, tumori e morte cellulare.

Ciclo cellulare e ruolo delle proteine Ambra1 e Ciclina D

Il ciclo cellulare è un complesso meccanismo di sequenze che vedono la divisione delle cellule, la riparazione e la distruzione. Questo ciclo vitale è regolato dalle Cicline, un gruppo di proteine classificate con le lettere A, B, C, D ecc… Ogni proteina ha un suo ruolo, ma solo oggi si è compreso quello della Ciclina D.
 
Da questa ricerca si è messa in luce la cruciale correlazione tra le proteine Ambra1 e Ciclina D: Ambra1 controlla Ciclina D.

Ma per giungere a questa conclusione sono state necessarie indagini su centinaia di campioni (cellule tumorali animali e umane, modelli animali, cellule prodotte in laboratorio). Sono state impiegate tecniche avanzate e grazie alla scoperta del prof. Cecconi nel 2007 sul ruolo di Ambra1, il team di ricercatori si è potuto oggi focalizzare sul suo funzionamento.

Gli esperimenti hanno consentito dunque di osservare che l’assenza o la scarsa quantità di Ambra1 determina l’accumulo di Ciclina D e questo squilibrio è alla base di molti tipi di tumore tra cui: l’adenocarcinoma polmonare, il sarcoma e il glioblastoma.

Nuove terapie con gli inibitori del sistema di riparo

Attualmente non sono disponibili terapie che possano agire sulle due proteine in questione e per tale ragione gli studiosi hanno puntato su un mix di farmaci inibitori del sistema di riparo. Questi farmaci prendono di mira uno dei punti deboli delle cellule tumorali, cioè il loro sistema di riparazione.

Poiché le cellule cancerose si dividono a grande velocità, sono soggette ad accumulare una serie di errori nel loro DNA che normalmente vengono corretti da un sistema di enzimi (presente in tutte le cellule del corpo umano). Il sistema gli permette così di sopravvivere e proliferare, ma se il processo di riparazione viene bloccato, le cellule malate accumuleranno tanti difetti da andare incontro all’autodistruzione.

Ed è questo lo scopo della terapia con i farmaci suddetti, che è stata sperimentata su modelli cellulari ed animali dando ottimi risultati: il tumore è regredito ed è aumentata la sopravvivenza.

Si conclude che questo tipo di cura, già in uso per il trattamento di alcune tipologie di tumore dell’uomo, potrà essere applicata ai pazienti che mostrano lo squilibrio fra Ambra1 e Ciclina D.

Uccidere le cellule tumorali sfruttando il loro tallone d’Achille

“L’idea è che ai pazienti a cui sia stato diagnosticato un cancro, vengano esaminati anche i livelli di Ambra1 e Ciclina D – afferma Francesco Cecconi, professore ordinario di Biologia dello Sviluppo all’Università di Roma “Tor Vergata” e ricercatore del Bambino Gesù – qualora l’assenza o bassi livelli di Ambra1 in associazione ad un accumulo di Ciclina D venga individuata nelle cellule tumorali, si potrebbe provare a sopprimere con farmaci specifici, già noti in terapia, la capacità delle cellule tumorali di riparare il materiale genetico. Se potessimo così limitarne la riparazione, potremmo puntare ad uccidere le cellule tumorali, sfruttando il loro tallone d’Achille, ovvero quella stessa instabilità genomica che le ha indotte a proliferare“.

“I nostri dati si estendono anche ai processi di proliferazione cellulare nel sistema nervoso in via di sviluppo – aggiunge il prof. Cecconi – e questo nuovo livello di regolazione potrebbe rappresentare una nuova frontiera nell’oncologia molecolare dei tumori cerebrali nel bambino”.

Altri due studi internazionali pubblicati su Nature ed effettuati negli Stati Uniti (New York e San Francisco), pur partendo da punti diversi di indagine, sono giunti alla stessa conclusione che la proteina Ambra1 ha il ruolo di controllare Ciclina D.

Condividi su:

Lascia un commento