Retina artificiale liquida 2020

Una notizia promettente del 29 giugno 2020: prodotta in Italia la prima retina artificiale liquida. Lo studio è stato coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, insieme al Center for Nano Science dell’IIT di Milano e alla Clinica Oculistica dell’IRCCS Sacrocuore Don Calabria di Negrar.

E’ una protesi liquida fatta di nanoparticelle sospese in una soluzione acquosa e lo scopo sarà di aiutare a riparare i danni causati da malattie degenerative o dall’invecchiamento che possono portare alla cecità, come la retinite pigmentosa e la degenerazione maculare.

Il risultato è pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology.

Tutti i test effettuati promettono bene, infatti dimostrano che si riacquista sensibilità alla luce, capacità di distinguere i dettagli e la risposta della corteccia visiva alla ricezione di un segnale di luce.

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Come funziona la protesi liquida della retina?

Il prof. Guglielmo Lanzani che ha coordinato il Center for Nano Science dell’IIT di Milano, ha spiegato come funziona la retina liquida: “La nostra protesi è una soluzione in cui sono sospese nanoparticelle fatte di un polimero a base di carbonio che assorbe la luce. E’ un polimero che viene usato anche per le celle fotovoltaiche. Quando le nanoparticelle assorbono la luce che entra nell’occhio, la convertono in un segnale biolettrico che stimola le cellule. Anche i fotorecettori naturali (detti coni e bastoncelli) che abbiamo sulla retina convertono la luce in un segnale elettrico: la funzione delle nostre nanoparticelle è esattamente la stessa. Il meccanismo però con cui funzionano non è proprio lo stesso perché in natura ovviamente le cose sono più complicate, e c’è una cascata di processi biochimici e di neurotrasmettitori che in questo caso non ci sono. Il nostro è un processo più semplice e diretto: è una specie di effetto fotovoltaico.

Dovranno ora essere fatti i test sull’uomo.

(Fonti e approfondimenti:

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