Embolia polmonare Coronavirus

Giampaolo Palma è il medico cardiologo di Nocera Inferiore, con esperienza ultra ventennale in Ecocardiografia, Cardiologia interventistica, Direttore di Centro Trombosi-coaugulazione-scompenso accreditato con SSN, che ad aprile 2020 dopo attente osservazioni di referti clinici, capì che il Coronavirus Covid-19 non provoca una polmonite interstiziale doppia, ma coaguli in diversi organi.

Quindi avverte che per curarsi a casa bisogna somministrare ai pazienti anticoagulanti ed antinfiammatori.

Da allora sorsero molte polemiche sulle sue osservazioni, ma dopo che la diagnosi venne confermata anche dalle autopsie, l’intuizione di Palma è riconosciuta luminare. La terapia con anticoagulanti suggerita dal dott. Palma è stata approvata dall’AIFA, mentre il 20 aprile su “The Lancet” la Dott.ssa Zsuzsanna Varga, sua collega dell’Ospedale Universitario di Zurigo, pubblica l’articolo dal titolo Endothelial cell infection and endotheliitis in COVID-19″.

Palma spiega da dove nacque la sua intuizione: “Quello che vedevamo a fine marzo, nel culmine della tempesta virale, era l’assalto letale di una polmonite dalla carica virale fortissima: tra le prime difficoltà respiratorie in un’ora e mezza i pazienti erano trasferiti in terapia intensiva. Mai esistite polmoniti così. Mi chiedevo: e se fosse altro?”

E continua: “Un pomeriggio di inizio aprile, mi sono collegato in conferenza con cardiologi e pneumologi intensivisti del Sacco di Milano e del Giovanni XXIII di Bergamo. Rimasi incantato dai referti anatomo-patologici delle prime autopsie: i tessuti polmonari ma anche quelli cardiaci; e poi il cervello, i reni, l’intestino tenue erano infarciti di coaguli. Ad essere attaccate erano le cellule endoteliali e i pericliti, che rivestono i vasi sanguigni del miocardio e del cervello oltre che quelli polmonari“. 

Cosa ha scoperto il dott. Palma?

Il dott. Palma ha scoperto che l’elevata mortalità del virus Covid-19 è causata da una “Coagulazione Intravascolare Disseminata (DIC)” che viene innescata dal Sars-CoV-2.

La causa della morte da Covid-19 è principalmente una vascolite, cioè una tromboembolia venosa generalizzata e la polmonite interstiziale è la conseguenza che si ha solo nella fase più grave della malattia (Fase 3) a cui non si dovrebbe arrivare più grazie alle cure tempestive in Fase 1 (replicazione virale) e Fase 2 (primo esordio fase polmonare).

Cosa aveva pubblicato il dott. Palma ad aprile?

Sul suo profilo Facebook, il 10 aprile il dott. Palma scriveva:

AGGIORNAMENTO COVID-19 AL 10 Aprile 2020:

Carissimi amici,
non vorrei sembrarvi eccessivo, ma credo che oggi, finalmente, sia forse quasi certa la causa della letalità del Covid-19.
La mia ventennale esperienza in Ecocardiografia e Cardiologia Interventistica -Ecocolordopplergrafia Vascolare, di direttore di Centro Trombosi- Coagulazione, con procedure su piu’ di 200.000 pazienti cardiopatici e non, mi fa confermare quello che fino a qualche giorno fa taluni colleghi iniziavano a ipotizzare senza esserne però certi.
Oggi abbiamo i primi dati da reperti anatomo-patologici di tessuto polmonare prelevato dai primi pazienti deceduti.
I pazienti vanno in Rianimazione per Tromboembolia Venosa Generalizzata, soprattutto Tromboembolia Polmonare TEP.
Se così fosse potremmo fermare la malattia alle prime fasi e forse non serviranno più le Rianimazioni per intubare i pazienti. Ci potremo fermare alle Fasi 1 e 2 della malattia , la fase di replicazione virale e iniziale fase polmonare). Un grande aiuto alla terapia in fase media della malattia prevede di sciogliere il trombo e quindi bisogna prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 8 pazienti su 10.
Signori, Covid19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni !!!
Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!

E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. […]

[…]Questa testimonianza delle Vasculiti con esiti in tromboembolia polmonare parrebbe confermata dai protocolli di grandi Ospedali:
al Sacco fanno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto meno risponderà il pz.,
al San Gerardo di Monza Clexane e cortisone,
al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pz. monosintomatici a domicilio.

Integro con una precisazione sugli antinfiammatori: farmaci antinfiammatori tipo Brufen, naproxene, aspirina che inibiscono la cox1 oltre che la Cox 2 non andrebbero usati,
mentre celecoxib (un inibitore selettivo della Cox 2) sembra dare buoni risultati; bisogna comunque aspettare l’esito di studi, invece questa analisi porta in evidenza la necessità di usare negli stadi intermedi della malattia (inizio della tosse e prima delle difficoltà respiratorie) una eparina a basso peso molecolare ad alte dosi…(Clexane 8.000 UI/die).

[…] Gli studi anatomo-patologici dei frammenti di polmone prelevati a Milano e Bergamo ci apriranno la strada verso una cura della malattia in poco tempo perché il vaccino è ancora lungo a divenire.

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