I traumi infantili potrebbero rallentare la crescita di alcune strutture del cervello in età adolescenziale.

E’ quello che emerge dallo studio di un gruppo di ricercatori statunitensi della Washington University School of Medicine di St. Louis, i quali affermano che i bambini in età prescolare sottoposti ad esperienze infantili negative, come abusi o abbandono, possono subire come conseguenza un rallentato sviluppo del cervello quando raggiungono l’adolescenza.

Lo studio è durato 15 anni raccogliendo dati di 211 bambini dall’età prescolare fino alla prima gioventù.

La tecnologia utilizzata è stata l’imaging che misura il volume di diverse parti del cervello in diversi momenti durante lo sviluppo dei bambini.

La scoperta è stata che i bimbi che avevano avuto il maggior numero di esperienze infantili avverse (“ACEs”- adverse childhood experiences), mostravano un ippocampo e una amigdala più piccoli durante la tarda adolescenza.

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L’ippocampo è responsabile dell’elaborazione e della conservazione della memoria a breve termine, mentre l’amigdala è responsabile delle emozioni e dell’umore.

Si è però osservato che l’impatto delle esperienze negative era molto inferiore in quei bambini che durante l’infanzia e l’adolescenza avevano avuto un forte supporto materno.

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Inoltre, i ricercatori hanno affermato che poiché gli effetti negativi dei traumi è molto più marcato nella prima infanzia, un intervento tempestivo e precoce può aiutare ad evitare o alleviare le conseguenze.

(Fonte: https://medicalxpress.com/news/2019-09-rough-childhood-stunt-brain-growth.html)

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