Microplastiche nei cosmetici quali sono

E’ purtroppo noto che i cosmetici contengono fra gli ingredienti particelle di microplastiche. I prodotti di make up in cui se ne rilevano di più sono i mascara (90% di quelli analizzati); i rossetti e lucidalabbra (85%) e i fondotinta (74%).

Questo è quello che si evidenzia dal rapporto “Il trucco c’è ma non si vede” di Greenpeace (consultabile cliccando qui). L’Organizzazione ambientalista ha voluto verificare la presenza di microplastiche nella lista ingredienti (INCI) di undici marchi di cosmetici più noti.

Gli ingredienti rilevati non sono vietati, ma è bene sapere perchè si tratta pur sempre di cosmetici che vengono a contatto con pelle, occhi, bocca, naso.

Quali cosmetici contengono più plastica?

Greenpeace ha comunicato che i marchi analizzati sono: Bionike, Deborah, Kiko, Lancôme, Lush, Maybelline, Nyx, Pupa, Purobio, Sephora e Wycon, i quali prima dell’indagine sono stati contattati, come riferisce la ONG, “al fine di fornire un quadro esaustivo che tenesse in considerazione anche il loro punto di vista: solo una ha risposto al questionario. Mentre Cosmetica Italia divisione di Confindustria di cui fanno parte più di 600 realtà e principale organizzazione di categoria, come tutte le altre aziende interpellate, non hanno ritenuto di rispondere alle richieste”.

I dati del rapporto hanno indicato che nel 79% dei 672 prodotti verificati tramite consultazione online, sono state riscontrate materie plastiche, e fra questi prodotti il 38% è costituito da particelle solide, conosciute come microplastiche; il restante da polimeri in forma liquida, semisolida o solubile.

Le 5 marche con le percentuali maggiori di prodotti contenenti ingredienti in plastica sono risultate: Lush (99%), Maybelline (85%), Deborah (84%), Sephora (83%) e Wycon (78%).

Come si legge nel report: “[…] le categorie merceologiche dove la presenza di materie plastiche è risultata più frequente sono risultate nell’ordine mascara (90%), rossetti e lucidalabbra (85%), fondotinta (74%), illuminanti (69%), e ciprie (43%). L’alta frequenza di prodotti con plastica dell’azienda Lush è però imputabile a un solo ingrediente: il Polyvinylpyrrolidone o PVP, una plastica liquida già sostituita da alcune aziende.
   
L’ONG ha effettuato anche analisi di laboratorio in 14 prodotti ed è stata evidenziata la presenza di piccole particelle (inferiori ai 5 millimentri) come il Polietilene (in 6 prodotti), il Polimetilmetacrilato (in 2 prodotti), il Polyamide/ Nylon-12 (in 2 prodotti) e il polietilene tereftalato (in 1 prodotto).    

La situazione è abbastanza critica, in un’epoca in cui la plastica sta letteralmente invadendo il pianeta, usare plastiche e microplastiche anche nel makeup è decisamente una consuetudine che le aziende produttrici dovrebbero pensare di cambiare.

Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, esorta “Cosmetica Italia e i suoi associati a guidare questa transizione verso la sostenibilità”.

(Rif.to Report Greenpeace Il Trucco c'è ma non si vede)
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